EMDR
Eye Movement Desensitization and Reprocessing

L’EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing: desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un metodo psicoterapico strutturato, interattivo e standardizzato che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici, che ad esperienze più comuni, ma emotivamente stressanti.

Fu messo a punto da Francine Shapiro nel 1995 e ad oggi viene considerato dalla comunità scientifica come un trattamento evidence-based, ossia basato sulle evidenze scientifiche.

L’EMDR si focalizza sul ricordo dell’esperienza traumatica ed è una metodologia completa che utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra per trattare disturbi legati direttamente a esperienze traumatiche o particolarmente stressanti. Dopo una o più sedute di EMDR, i ricordi disturbanti legati ad un evento traumatico hanno una desensibilizzazione, perdono la loro carica emotiva negativa. L’immagine cambia nei contenuti e nel modo in cui si presenta, i pensieri intrusivi in genere si attutiscono o spariscono, diventando più adattivi dal punto di vista terapeutico, le emozioni e sensazioni fisiche si riducono di intensità.

Dal punto di vista clinico e diagnostico, dopo un trattamento con EMDR il paziente non presenta più la sintomatologia tipica del disturbo post-traumatico da stress, quindi non si riscontrano più gli aspetti di intrusività dei pensieri e ricordi, i comportamenti di evitamento e l’iperarousal neurovegetativo nei confronti di stimoli legati all’evento, prima percepiti come pericolosi o dolorosi.

La persona riesce a sentire che il ricordo dell’esperienza traumatica fa parte del passato. I pazienti in genere riferiscono che, ripensando all’evento, lo vedono come un “ricordo lontano”, non più disturbante o pregnante dal punto di vista emotivo, il contenuto è totalmente integrato in una prospettiva più adattiva ed adulta.

L’approccio EMDR, è basato sul modello di elaborazione adattiva dell’Informazione (AIP). Secondo l’AIP, l’evento traumatico vissuto dal soggetto viene immagazzinato in memoria insieme alle emozioni, percezioni, cognizioni e sensazioni fisiche disturbanti che hanno caratterizzato quel momento. Tutte queste informazioni immagazzinate in modo disfunzionale, restano “congelate” all’interno delle reti neurali e incapaci di mettersi in connessione con altre reti ed informazioni utili. Le informazioni “congelate” e racchiuse nelle reti neurali, non potendo essere elaborate, continuano a provocare disagio nel soggetto, fino a portare all’insorgenza di patologie come il disturbo da stress post traumatico (PTSD) e altri disturbi psicologici. Avvenimenti dolorosi, infatti, se non elaborati adeguatamente, non scompaiono facilmente dal cervello: molte persone continuano dopo decenni a soffrire di sintomi da essi derivati, che ne condizionano il benessere presente e futuro ed impediscono loro di riprendere una nuova vita.

L’obiettivo dell’EMDR è quello di ripristinare il naturale processo di elaborazione delle informazioni presenti in memoria per giungere ad una risoluzione adattiva attraverso la creazione di nuove connessioni più funzionali. Una volta avvenuto ciò, la persona può vedere sia l’evento disturbante che se stesso, da una nuova prospettiva.

L’EMDR considera tutti gli aspetti di un’esperienza stressante o traumatica, sia quelli cognitivi ed emotivi che quelli comportamentali e neurofisiologici.

Utilizzando un protocollo strutturato il terapeuta guida il paziente nella descrizione dell’evento traumatico, aiutandolo a scegliere gli elementi disturbanti importanti.  Al termine della seduta di EMDR, quando il processo di rielaborazione ha raggiunto la risoluzione adattiva, l’esperienza è usata in modo costruttivo dalla persona ed è integrata in uno schema cognitivo ed emotivo positivo.

L’EMDR: APPROCCIO AD EVIDENZA SCIENTIFICA

L’Organizzazione Mondiale della Sanità nell’agosto del 2013 ha riconosciuto l’EMDR come trattamento efficace per la cura del trauma e dei disturbi ad esso correlati.
E’ infatti scientificamente comprovato da più di 20 studi randomizzati controllati condotti su pazienti traumatizzati e documentato in centinaia di pubblicazioni che ne riportano l’efficacia nel trattamento di numerose psicopatologie inclusi la depressione, l’ansia, le fobie, i sintomi somatici, dipendenze ed il lutto acuto.

L’efficacia della tecnica è stata dimostrata direttamente con fotografie del cervello, prima, durante e dopo la terapia.

In particolare nel 2014 è stato studiato quello che accade durante una psicoterapia attraverso il monitoraggio elettroencefalografico (EEG) prima, durante e dopo una seduta di EMDR.
I ricercatori del CNR e dell’Università di Roma Tor Vergata hanno mostrato le foto delle macerie della scuola crollata ai genitori che hanno perso i figli nel terremoto di San Giuliano e hanno fotografato, con l’elettroencefalogramma, le aree che si attivavano nel cervello durante la visualizzazione delle foto, in due tempi distinti, prima della terapia e dopo l’EMDR. La vista delle stesse immagini attivava due zone diverse, prima erano interessate quelle frontali, legate ad emozioni negative, dopo il trattamento le aree accese erano quelle delle funzioni cognitive. Dunque il trauma, nel momento in cui si supera, si muove all’interno del cervello.

Questo accade perché come spiega – Isabel Fernandez, presidente dell’associazione EMDR Italia – “Dopo un trauma, come un lutto, una violenza, una catastrofe naturale la memoria dell’evento resta ‘congelata’ nelle reti del cervello in modo non funzionale, l’informazione non può essere elaborata e continua a provocare patologie come il disturbo post traumatico da stress e altri disturbi psicologici”.

Dunque attraverso “I movimenti oculari dell’EMDR – ha precisato la Fernandez – che sono simili a quelli del sonno REM e quindi del tutto naturali, riattivano la capacità di ‘autoguarigione’ del cervello che trova le risorse per metabolizzare l’evento traumatico. Dopo la terapia i pazienti ricordano il fatto ma sentono che fa ormai parte del passato”.

Per elaborare un forte trauma bastano in media dalle sei alle otto sedute.

Nel lasso di trent’anni dalla sua scoperta, l’EMDR ha ricevuto più conferme scientifiche di qualunque altro metodo usato nel trattamento dei traumi. Oggi è riconosciuto come metodo evidence based per il trattamento dei disturbi post traumatici, approvato, tra gli altri, dall’American Psychological Association (1998-2002), dall’American Psychiatric Association (2004), dall’International Society for Traumatic Stress Studies (2010) e dal nostro Ministero della salute nel 2003. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nell’agosto del 2013, ha riconosciuto l’EMDR come trattamento efficace per la cura del trauma e dei disturbi correlati.

La ricerca recente mostra che, attraverso l’utilizzo dell’EMDR, le persone possono beneficiare degli effetti di una psicoterapia che una volta avrebbe impiegato anni per fare la differenza. Alcune ricerche hanno infatti dimostrato che tra l’84% e il 90% dei pazienti che riportavano l’esperienza di un singolo evento traumatico non mostravano più i sintomi di un Disturbo da Stress Post-traumatico dopo sole 3 sessioni di EMDR da 90 minuti ciascuna. La ricerca riguardante l’EMDR è una delle prime in cui sono stati evidenziati i cambiamenti neurobiologici che si verificano durante ogni seduta di psicoterapia, rendendo l’EMDR il primo trattamento psicoterapeutico con un’efficacia neurobiologica provata.
Le scoperte in questo campo confermano l’associazione tra i risultati clinici di questa terapia e alcuni cambiamenti a livello delle strutture e del funzionamento cerebrale.
Dato il riconoscimento a livello mondiale dell’efficacia di questo metodo terapeutico per il trattamento del trauma, ad oggi più di 120.000 clinici in tutto il mondo usano questa terapia.

Milioni di persone sono state trattate con successo negli ultimi anni.

L’EMDR è un metodo basato su un meccanismo neurobiologico naturale, un meccanismo innato di auto guarigione, un po’ come quando il corpo rimargina una ferita corporea. Questo meccanismo è il risultato di una equilibrata attività di cooperazione dei due emisferi cerebrali.

Quando viviamo esperienze traumatiche o con elevato impatto emotivo questo meccanismo che normalmente ci consente di elaborare e superare le esperienze della vita può bloccarsi, e quindi tali esperienze rimangono congelate in una rete di memoria nel cervello con tutte le loro componenti negative, arrecando al persona molta sofferenza, ad esempio disturbi del sonno, immagini intrusive dell’evento, elevato livello di ansia, umore depresso, condizionando il suo vivere presente.

L’EMDR agisce stimolando in maniera alternata i due emisferi cerebrali tramite un canale sensoriale che può essere visivo, tattile o uditivo, allo scopo di far ripartire questo meccanismo di elaborazione che si è bloccato, tutto ciò mentre il paziente sta in contatto con le varie componenti del ricordo traumatico, ovvero l’immagine, il pensiero negativo e le emozioni a esso associate.

Ciò che si verifica durante l’EMDR è una graduale desensibilizzazione del materiale traumatico, ovvero il paziente si rende conto che man mano il ricordo è sempre meno disturbante, e contemporaneamente il cervello elabora e integra tale evento nella storia di vita del paziente in maniera adattiva e non più disfunzionale, riponendo tale ricordo nella memoria a lungo termine, quindi come evento passato, accessibile ma non più disturbante, permettendo così al paziente di vivere un presente non più condizionato da quell’evento doloroso ma libero di fluire e di proiettarsi nel futuro.