Roma, 15 maggio 2020

Avevo 17 anni quando rimasi coinvolta in un attentato terroristico in cui perse la vita mio padre. La morte di mio padre, innegabilmente, fu un trauma aggravato anche dal fatto che la mia relazione con lui era molto conflittuale. Purtroppo gli effetti del trauma spesso non sono così evidenti e riconoscibili come il trauma stesso. In quell’attentato una parte di me rimase cristallizzata, come intrappolata, ma io me ne resi conto solo molto dopo quando una volta superato il dolore della perdita cercai di ripartire. Lentamente ma inesorabilmente il disagio di vivere iniziò a manifestarsi. Trascorsero gli anni e la mia vita assomigliava sempre più ad una foto sbiadita. Il mondo ruotava intorno a me ma io ero solo una spettatrice affacciata ad una finestra, prigioniera del mio passato, incapace di partecipare realmente agli eventi e di viverli compiutamente. Quando iniziarono gli attacchi di panico intrapresi un percorso di psicoterapia di diversi anni, che sicuramente mi ha aiutato soprattutto nell’acquisizione di un certo livello di consapevolezza. Imparai a dare un nome ed un cognome a tutte le mie ansie ma purtroppo non a farle sparire, finché un giorno mi fu consigliata l’ EMDR.

Devo essere sincera, è con molto scetticismo ed anche con qualche timore che mi sono avvicinata a questa terapia. E se non avesse funzionato? Del resto non avevo più molta voglia di perdere altro tempo e denaro alla ricerca di chissà quali chimere. Ma quando tocchi il fondo del barile ti rendi anche conto che faresti qualsiasi cosa per rialzare la testa. Quindi iniziai. Così ho conosciuto la dott.ssa Maccarrone ed ebbe inizio la mia rivoluzione! Al contrario delle tradizionali psicoterapie, in EMDR non si parla molto anzi si sta in contatto con se stessi, con il flusso dei propri pensieri, finché all’improvviso escono fuori dal nero più profondo ricordi dimenticati, sensazioni sopite e associazioni sorprendenti, che ti spiegano dove eri bloccato e perché. Tutto cambia, tutto diventa più chiaro. E’ giunto il momento dell’elaborazione, si archiviano i ricordi, relegandoli nel passato dove è giusto che stiano, i nodi si sciolgono e si inizia a vivere…

L’EMDR è sicuramente una terapia impegnativa, ma la gioia che si prova quando ci si libera dalle catene dei ricordi, quando la vita diventa veramente vita e non più sopravvivenza, è qualcosa di indefinibile ed ineguagliabile e supera ogni fatica. Posso dirlo perché l’ho provato sulla mia pelle.

Monica